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Mappe stradali di donne per donne

Una app per sentirsi sicure per strada: il progetto ha vinto il concorso "Tecnologie innovative e lotta alla violenza contro le donne". [di Barbara Bonomi Romagnoli]

Mappe stradali di donne per donne
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Barbara Bonomi Romagnoli Modifica articolo

24 Ottobre 2019 - 01.42


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“Sentirci sicure per strada aumenta la nostra qualità della vita. Sentire di poter andare dove vogliamo, letteralmente, ci aiuta a pensare di poter andare dove vogliamo sempre, in qualsiasi contesto”: da questa considerazione nasce Wher, una app di mappe stradali disegnate da donne per le donne. Come tutte le app è interattiva e animata da una community che permette di migliorare continuamente l’efficacia. È già attiva a Torino, Milano, Catania e sta arrivando a Roma, Venezia, Napoli, Padova, Verona, Ferrara, Genova, Barcellona, Madrid e tante altre città. 

Wher è anche una delle tecnologie vincitrici di “Libere: tecnologie innovative e lotta alla violenza contro le donne”, progetto realizzato dalla Fondazione Giacomo Brodolini e dall’agenzia di comunicazione Cultura Lavoro che verrà presentato in quattro giornate aperte al pubblico e ospitate in spazi urbani dedicati all’innovazione. 

Sono state individuate 10 tecnologie che offrono soluzioni concrete per prevenire e contrastare la violenza di genere e sarà possibile conoscerle durante delle giornate immaginate come una sorta di mostra a Milano – presso il Milan Hub for makers and Students il 5 e 6 novembre – e a Modena, nel Laboratorio Aperto (ex Centrale AEM) il 7 e 8 novembre. Il pubblico potrà interloquire con le ideatrici delle start up e le associazioni che le promuovono, ed è previsto anche un programma di attività laboratoriali rivolte agli/alle studenti, a educatori ed educatrici, genitori, insegnanti e personale dell’amministrazione locale.

Anche Chayn Italia, piattaforma digitale che fa parte di una rete più ampia, è fra le tecnologie che verranno illustrate.

“Chayn utilizza tecnologie open source per fornire a chi ne abbia bisogno strumenti, informazioni e supporto contro la violenza di genere. Il progetto Chayn nasce in Pakistan nel maggio 2013 (‘Chayn’ significa ‘conforto’ in Urdu) e ad oggi conta 130 volontarie/i in 13 paesi diversi – spiega Silvia Di Cesare –  Da settembre 2015, più di 50 volontarie hanno deciso di portare il modello Chayn in Italia. Il progetto viene portato avanti da donne con diverse competenze: ricercatrici, progettiste, operatrici di centri anti violenza, insegnanti, avvocate, grafiche, sviluppatrici web, esperte di comunicazione ed illustratrici. Il lato innovativo del nostro progetto è l’approccio survivor led che abbiamo deciso di adottare. Molte persone del team hanno vissuto e lasciato relazioni violente e hanno deciso di fornire la loro prospettiva all’interno di Chayn, contribuendo a rendere i nostri materiali inclusivi ed efficacy”.

In Italia esiste un gap di genere nell’utilizzo della tecnologia e allo stesso tempo lo spazio virtuale è troppo poco interessato dai temi della violenza di genere: “Chayn Italia con i suoi progetti di formazione per operatrici antiviolenza e interventi nelle scuole sul tema del cyberbullismo e dalla sicurezza digitale cerca di dare visibilità a tutti quegli strumenti che sfruttano le nuove tecnologia per supportare la fuoriuscita da relazioni violente” conclude Di Cesare. 

Fra i laboratori a cui sarà possibile partecipare a Modena e Milano ci sono quelli per ragazzi e ragazze che illustreranno come trasformare un problema sociale in una soluzione. Altri, rivolti  a educatori ed educatrici, saranno sull’accompagnamento di ragazzi e ragazze all’uso delle nuove tecnologie, della connettività e dei social media in un’ottica di prevenzione della violenza e in particolare del cyberbullismo. Mentre il Laboratorio per l’Amministrazione locale sarà centrato sulle smart cities, l’innovazione sociale, le nuove tecnologie e il contrasto alla violenza di genere. Si discuterà nel concreto degli strumenti che possono essere utilizzati per costruire una città a misura di donne e ragazze: dalle piattaforme per la co-progettazione, ai living lab di genere, alle mappature partecipate.

 

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