Martedì 5 maggio e poi il 6 e il 7 il Festival dei Diritti Umani si terrà dovremmo dire a Milano, ma in effetti è “da Milano” perché quest’anno il coronavirus costringe gli incontri a trasferirsi dagli archi della Triennale all’ascolto in streaming.
Titolo di questa edizione “Da vicino nessuno è disabile”. Sempre suddiviso in tre sezioni, terrà conto anche del pubblico non udente, sottotitolando sia i dibattiti delle sezioni Edu e Talk, sia le proiezioni della sezione Film (che verrà incontro anche ai non vedenti con un’audiodescrizione tramite un’apposita app gratuita). Prevista anche stavolta l’adesione di studenti delle scuole superiori, che hanno sempre mostrato un vivo interesse per i temi della solidarietà; il che allarga il cuore e dimostra che se si spiegano loro le contraddizioni, gli stereotipi, le ingiustizie, ma anche le buone pratiche, eccoli aderire con passione.
Tutte le informazioni sul Festival, diretto dal collega ed ex direttore di Radio Popolare Danilo De Biasio, si possono trovare su festivaldirittiumani.it, ma segnaliamo in particolare il dibattito sulla violenza alle donne con disabilità tenuto dalla collega (e Giulia) Marina Calloni, qui nella sua veste di ordinaria di filosofia politica e sociale all’Università degli Studi di Milano Bicocca. Già le aggressioni verso le donne disabili, più frequenti di quanto non si creda, faticano a vedere la luce, ma ora, in tempi di pandemia, sono cresciute in frequenza, aggiungendo disperazione a disperazione. La discussione coinvolgerà, assieme a Marina Calloni, anche la vicepresidente di FISH (Federazione italiana superamento handicap) Silvia Cutrera e l’avvocata Lisa Noja.
Il titolo della tre giorni riecheggia quell’altra grande iniziativa milanese – “Da vicino nessuno è normale” – che dal 1996, sulla spinta della legge Basaglia, accoglie tutte le estati presso l’ex Ospedale psichiatrico Paolo Pini dibattiti, spettacoli, performances. La prossima settimana si parlerà anche di sport, di paraolimpiadi con molti campioni presenti, nonché dell’irrinviabilità di un diverso sistema di welfare (con Tito Boeri), di stereotipi che feriscono ed escludono con psicologi e psicoterapeute; e poi registi, storici, musicisti (Elio, senza Storie tese), scrittrici e scrittori (fra cui Simonetta Agnello Hornby). E tante giornaliste (e pure giornalisti sì) fra cui Elisabetta Soglio del Corriere della Sera che dirige Buone Notizie.