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Per la doppia preferenza heminas mobilitate

Un movimento di donne sarde per le Regionali: le opportunità di elezione dovranno essere offerte a tutti nella stessa misura. Molte le giornaliste coinvolte

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2 Maggio 2017 - 17.47


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Le donne sarde ci riprovano, e con maggiore forza rispetto al passato, la forza che scaturisce dalla consapevolezza di dover combattere una lotta sempre più dura, contro un sistema radicato e profondamente discriminante per la rappresentanza femminile. Fra meno di due anni si vota per le regionali e le opportunità di elezione dovranno essere offerte a tutti nella stessa misura. Uno strumento efficace per superare le vistose disparità è la doppia preferenza di genere, ed è per questo che Heminas (significa donne nella lingua sarda) lo pone tra le priorità del suo programma. A portare alla nascita di questa rete su Facebook è stata un’attenta riflessione sui temi legati alle discriminazioni di genere, alla cultura della parità, al rispetto e alla valorizzazione delle differenze, alle modalità di contrasto di ogni forma di violenza. È stata la consigliera regionale Anna Maria Busia a promuovere questa iniziativa, che in poco più di un mese ha raccolto circa 3 mila adesioni e che ha già promosso due appuntamenti che si sono svolti contestualmente lo scorso 27 aprile a Cagliari e a Sassari per sollecitare l’immediata approvazione della norma sulla doppia preferenza di genere. L’obiettivo è quello di garantire, attraverso la possibilità di una scelta aggregata uomo/donna, una equa rappresentanza in Consiglio regionale che rispecchi realmente la composizione di genere della società.

Nel capoluogo sardo oltre 100 donne, affiancate da uno sparuto gruppo di uomini coraggiosi, si sono radunate davanti al Palazzo dell’Assemblea legislativa, la maggiore espressione della disparità istituzionale di genere: nei banchi siedono appena 4 consigliere su un totale di 60 eletti nel 2014. Al grido di “vergogna, vergogna” le donne, davanti a una schiera di giornalisti con taccuini e telecamere e a pochi rappresentanti istituzionali, si si sono sfilate dal capo su muccadore, il fazzoletto nero della tradizione sarda, come gesto dimostrativo per ricordare le donne di Orgosolo che nel 1969, per chiedere lavoro e pane, impedirono all’esercito di trasformare i terreni comunali in poligono di tiro militare, vincendo una battaglia di libertà e di dignità : ”Sul filo della memoria dei gesti compiuti dalle impavide donne sarde, conduciamo il nostro percorso perché le donne di oggi possano vincere la loro battaglia ottenendo il diritto a partecipare a pieno titolo alla massima assemblea legislativa della Sardegna – afferma la portavoce (per l’occasione) di Heminas, la giornalista Carmina Conte, che con altre colleghe , professioniste, docenti universitarie, insegnanti ha contribuito a fondare la Rete. “Non siamo più disposte a tollerare rinvii”, ha aggiunto, ricordando ciò che accadde nel 2013, anno nero per la politica democratica, allorché in Consiglio regionale, con voto a scrutinio segreto, venne affossata la norma sulla doppia preferenza di genere.

Quell’anno era all’opera un movimento di donne, nato per iniziativa della FIDAPA (Federazione italiana donne arti e professioni), al quale avevano aderito diverse associazioni femminili, che incassò lo smacco ma non lo digerì, bollando quel pugno sullo stomaco sferrato a sorpresa come il frutto, vigliacco e ambiguo, di squallidi accordi trasversali tra i partiti. Ancora oggi si profilano le medesime condizioni, in un clima di grande incertezza che ha riaperto la strada a una nuova e ampia mobilitazione.

Da qui la duplice iniziativa di Heminas, premiata da un successo quasi insperato. A Cagliari, sono arrivate donne da tutti gli angoli dell’isola, senza sigle politiche, ma unite sotto la stessa bandiera per rivendicare il diritto alla rappresentanza finora negato; grande è stato anche l’impatto mediatico, con giornali e tv che hanno raccontato la cronaca della giornata accendendo i riflettori sulle manifestazioni sia del capoluogo, sia di Sassari, dove nelle stesse ore si è svolta una conferenza con gli studenti e gli insegnanti del Polo tecnico sul tema “Donne: ruolo attivo nella storia, ruolo passivo nella politica”. Si tratta dello stesso filo conduttore che ha ispirato l’iniziativa promossa nel capoluogo regionale: le donne protagoniste della storia ma, nel presente, oscurate dalla politica.

L’organizzatrice della giornata sassarese, Carla Puligheddu, insegnante di educazione fisica, rivendica la funzione formativa della scuola, luogo simbolo per l’ apprendimento di una cultura democratica e la promozione di itinerari di emancipazione e di parità: “La conquista dei diritti ha bisogno del sostegno di molte donne e di molti uomini – ha sottolineato di fronte a una folta platea di studenti – e di un diffuso movimento di opinione che deve però trovare una sintesi istituzionale per concretizzarsi in leggi che modifichino le regole di convivenza del Paese”. In proposito ha ricordato il vantaggio legislativo di cui gode la Sardegna che possiede una sua Carta costituzionale, lo Statuto autonomo, che consente alla Regione di dotarsi di una propria legge elettorale. Ecco perché sono opportune e necessarie le azioni di stimolo verso il Consiglio regionale impegnato in questa fase nella riforma di questa norma.

La Commissione competente ha istituito al suo interno una sottocommissione per analizzare i diversi testi depositati , ma le donne di Heminas chiedono che l’articolo sulla doppia preferenza di genere venga votato autonomamente, svincolato dalle proposte di modifica della legge elettorale (altrimenti i tempi sarebbero lunghissimi), e che venga immediatamente fissata nel calendario dei lavori dell’Aula la data di discussione di questo improrogabile cambiamento. La consigliera Anna Maria Busia, prima firmataria della proposta di legge unificata che prevede l’introduzione secca del nuovo meccanismo, spiega: ”Un senso di solitudine spesso accompagna il lavoro e l’impegno delle donne che fanno politica, ma insieme a tutte le altre donne ora siamo tante e tante, unite dalla volontà di farcela. Questa volta mi sento veramente fortissima!”.

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