La crisi senza le donne e il Governo finisce come ha iniziato | Giulia
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La crisi senza le donne e il Governo finisce come ha iniziato

Al Senato, dove si discute il Ddl Pillon, dove c’è la Commissione contro il femminicidio, le donne non sono state in scena nelle maratone televisive...

La crisi senza le donne e il Governo finisce come ha iniziato
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21 Agosto 2019 - 14.26


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Chi ha avuto la pazienza di seguire in televisione la lunga giornata del Senato ha avuto netta la sensazione che c’era qualcosa di “strano”: erano sparite le donne. Mica una cosa da poco.
Il paese reale, le manifestazioni colorate e chiassose, i luoghi di lavoro, le strade, i bar, dove le donne ci sono e tante, e più della metà, erano evaporate dalle riprese tv. Oilà.

Per carità, qualche senatrice è anche intervenuta, una ministra annuiva o scuoteva il capo o passava bigliettini, seduta proprio dietro i leader, ma non erano comprimarie della crisi, evitate persino dalla maratona di La7 che inseguiva loro, i maschi, anche nella buvette…

E non c’è stato intervento che ha riportato le donne al centro, il presidente del Consiglio dimissionario ha aspettato gli ultimi minuti del suo lungo intervento per enunciare “i diritti delle donne” (in realtà lo ha fatto in chiave europea, citandolo solo come titolo, insieme alle nuove questioni sociali e ai nuovi diritti).

Che fine hanno fatto le battaglie delle donne, al Senato, dove si è discusso il ddl Pillon? Dove c’è una Commissione di inchiesta sul femminicidio? Dov’è finito il lavoro delle donne e la disoccupazione delle donne? Un governo finito come era cominciato: cose da uomini. 

Possiamo, una volta ancora, rivolgerci al Presidente della Repubblica, da donne e da giornaliste, perché – da donne e da giornaliste – viviamo troppe emergenze? 

Abbiamo necessità – vitale, Costituzionale – di una rappresentanza e rappresentazione forte, evidente, di un governo che sappia guardare alle donne quanto agli uomini, che sappia ridurre differenze e discriminazioni, che sappia intervenire sulle emergenze (la povertà che annienta le donne) e sulla violenza che rende schiave. Abbiamo necessità di un governo che rispetti la stampa, che non voglia i giornalisti in galera, che metta fine alle querele temerarie che ci impediscono di lavorare, che li tuteli contro le mafie. E le donne giornaliste sono le più colpite: dall’odio, dalle minacce, dalle querele. 

P.S. Non siamo solo noi ad aver “scoperto” che la crisi di Governo non era cosa da donne. Citiamo due tra gli articoli usciti, di Flavia Amabile sulla Stampa e di Giovanna Badalassi su Ladynomics.

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