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Donne & Scienza: studio su Pari opportunità, obiettivo ancora lontano

'Secondo i dati di una ricerca dell''Università Roma 3, il 72% delle iscritte e degli iscritti all''Ateneo sostiene che i due sessi non hanno uguali possibilità di lavoro'

Donne & Scienza: studio su Pari opportunità, obiettivo ancora lontano
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20 Dicembre 2011 - 13.48


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‘Roma, 20 dic – Secondo i risultati di una ricerca, presentata il 16 dicembre scorso durante il convegno “Il rapporto tra etica, scienza e tecnologia: ricerca in ottica di genere”, organizzato dall”Università Roma Tre ed effettuata tramite questionari rivolti alle studenti e agli studenti dell”Ateneo, quasi tutti considerano le pari opportunità come un problema attuale.
In effetti il 72% del totale sostiene che i due sessi NON hanno uguali possibilità lavorative, ma di questi ben il 20% dei maschi dice SI, stesse opportunità. Oltre la metà delle intervistate (sia femmine che maschi) ritiene che le facoltà umanistiche siano meno efficaci e utili oggi rispetto alle scientifiche, tra questi ovviamente prevalgono gli ‘scienziati’ (25,75), ma c’è anche un dieci per cento di umanisti che la pensa così.
La fetta più interessante è comunque quella delle/degli umaniste/i che difendono la loro scelta (26,75). Sono quasi alla pari quelle/i che ritengono che la tecnologia abbia un”impronta maschile e quelle/i che ritengono che le abbia entrambe, mentre quasi nessuno considera l”impronta femminile. E sono proprio le ragazze più degli altri ad avallare l’impronta maschile. Per i ragazzi prevalgono entrambi.
Tra le facoltà, sono gli scientifichi i più convinti sull’impronta maschile, gli umanisti più per entrambi. Se da una parte l’88% NON ritiene che gli uomini siano portati maggiormente a compiti decisionali (l’8,7 dei maschi non è d’accordo), sono drammaticamente più della metà quelle/i che sostengono che le donne siano più portate per i lavori di casa, la maggioranza dei quali, maschi (il 31%).
Più della metà sostengono che i valori non siano importanti per le/i giovani e, tra quelle/i positiviste/i, i valori riportati sono quasi sempre di carattere personale, famiglia, amore, amici, rispetto solo pochissimi pongono lo sguardo verso l”esterno, il futuro, la collettività. L”81.6 per cento si sente di dare un valore alle piccole cose ma anche qui la scelta e” sempre per temi molto privati e banali, che riguardano loro stessi, la loro famiglia, i loro amici.
Infine: Il 77,4% ritiene che scienza e tecnologia debbano avere un codice etico (tra questi prevalgono umanise/i su scienziate/i), il 22,3 dice di no (e vengono quasi tutti da studi scientifici e sociali). Il settantasette per cento delle intervistate e degli intervistati ritiene che la tecnologia abbia influenzato la loro quotidianità molto o addirittura radicalmente, principalmente nell”ambito della comunicazione e dell”informazione. Il 78,95% delle perone intervistate è a favore di un ritorno a una vita meno agiata ma più rispettosa del pianeta e del futuro, ma ben il 13,78% dice che il problema non la/o riguarda. Sono tutti d”accordo (ben il 96,77%): deve esistere un patto di responsabilità etica di impresa. Questo e” il risultato che ha il maggior numero di voti in assoluto. Il 21% NON ritiene che la gran mole di informazioni disorienti, ma il 73,6% ritiene invece che una maggiore capacità critica consentirebbe di potersi meglio orientare nella mole di informazioni.
Quasi tutte/i (94%) sostengono – molto o abbastanza – che la domanda di Socrate che pone al centro dell’interesse la persona umana debba costituire una priorità per la politica di oggi. Una grande percentuale (80%) ritiene che etica e cittadinanza attiva debbano essere insegnate fin dalla scuola dell”infanzia e la maggior parte (67,25%) ritiene che si debbano studiare anche in tutte le sedi universitarie.

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