Libia: tremila firme di donne per la parità | Giulia
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Libia: tremila firme di donne per la parità

Di nuovo bocciata dalle donne libiche la proposta di legge elettorale: non fissa quote minime di genere. La richiesta è 40% per le donne, altrettanto per gli uomini.

Libia: tremila firme di donne per la parità
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21 Gennaio 2012 - 22.44


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Non soddisfa le donne

libiche la legge elettorale messa a punto da un”apposita commissione,

in vista del voto della prossima estate per i 200 membri

dell”Assemblea costituente. La proposta è stata anticipata nei giorni

scorsi e dovrebbe essere formalizzata il 22 gennaio, dopo l”esame

delle proposte di emendamento presentate in questi giorni.

Per l”organizzazione Women4Libya (W4L), la proposta di legge va

bocciata, in quanto non fissa quote rosa. Le attiviste si erano

dette contrariate da una precendente bozza, che fissava una “ridicola”

quota del 10% per la presenza femminile nell”Assemblea.

Ora, con un comunicato, si dicono “scioccate nello scoprire che

non c”è più alcuna quota, il che aggrava il rischio di esclusione”.

“L”iniziale quota del 10% proposta per le

donne era senza dubbio insultante – ha detto Farah Abushwesha,

portavoce di W4L – visto che oltre la metà della popolazione è di

sesso femminile e le donne hanno partecipato alla rivoluzione (contro

Muammar Gheddafi, ndr) al pari degli uomini”.

“Le donne libiche, come gli uomini, aspirano a un paese stabile

e democratico e alla partecipazione a tutti i processi decisionali –

ha proseguito – Nei paesi che hanno conosciuto una fase

post-conflitto, le quote per le donne sono del 30 o 40%. Perfino in

Iraq e Afghanistan la quota minima è del 25%”.

“Questo è contrario alle garanzie che il Consiglio nazionale di

transizione ci aveva dato ed è contrario allo spirito dell”Islam”, ha

detto Abir Dajani Tuqan, un”altra esponente di W4L.

Per questo l”organizzazione ha presentato una

petizione con oltre tremila firme, con cui chiede al Cnt di garantire

una maggiore presenza femminile nell”Assemblea. Le donne propongono un

sistema che riservi il 40% delle quote alle donne e un altro 40% agli

uomini, in vista della creazione di un meccanismo più sviluppato che

garantisca una presenza femminile pari al 50% in tutti i processi

decisionali.

Il gruppo chiede anche la revisione di altre parti della legge

elettorale, tra cui la non elegibilità di quanti vivino all”estero e

hanno la doppia cittadinanza.

“C”è il rischio che coloro che sono stati costretti all”esilio

negli anni del regime non siano elegibili nè possano votare, proprio

nel momento in cui la Libia ha bisogno di tutti i suoi talenti per

ricostruire il paese”, ha detto Sara Maziq, tra le fondatrici di W4L.

Critiche anche alla mancata definizione dei collegi elettorali, che

potrebbe scatenare, secondo il gruppo, nuovi conflitti e violenze

settarie. In generale, W4L chiede una consultazione pubblica su temi

come i partiti politici, la formazione degli scrutatori, la

rappresentanze delle minoranze, oltre a una maggiore trasparenza nelle

decisioni prese dal Cnt su questa materia.

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