Se le donne finiscono al museo... | Giulia
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Se le donne finiscono al museo...

La "Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza" a Genova. Da Sylvia Earle a Jane Goodall a Dian Fossey, alle "100 esperte" di GiULiA.

Se le donne finiscono al museo...
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12 Febbraio 2020 - 00.18


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C’è Sylvia Earle, la biologa marina che, per prima, sollevò il problema dell’inquinamento del mare e fu la prima donna a guidare una spedizione subacquea, fra l’altro di sole donne: a quei tempi, infatti, era impensabile comporre un equipaggio misto che avrebbe vissuto in promiscuità sotto i mari.
E Jane Goodall, la ragazza inglese senza Laurea che studiò così brillantemente gli scimpanzé della Tanzania da ottenere direttamente un dottorato. E, ancora, Dian Fossey che come la Earle, ma con un percorso di vita più sofferto, concluso con una morte tragica, violenta e avvolta nel mistero, si dedicò allo studio degli animali e della natura, divenendo la paladina dei Gorilla minacciati dai bracconieri che, si pensa la uccisero.
E queste sono soltanto alcune delle grandi scienziate di cui si parlerà oggi pomeriggio alle 16.30 al Museo di Storia Naturale Giacomo Doria, in via Brigata Liguria 9, per celebrare, con studiose dei giorni nostri, la “Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza”.

L’iniziativa è stata organizzata dal museo civico diretto dal professor Giuliano Doria in collaborazione con l’Associazione Didattica Museale, e presenta un parterre tutto al femminile, fatta eccezione per Dario Apicella, narratore, attore e autore di libri e canzoni per ragazzi, che leggerà le grandi biografie di donne scienziate come Earle, Fossey, Margherita Hack le cui storie sono riproposte anche nei libri della collana Editoriale Scienza che, insieme alla Rivista Andersen, ha partecipato all’organizzazione dell’evento. «Secondo l’edizione 2018 del rapporto “Women in Science” – ricorda Giuliano Doria, – solo il 28,8% dei ricercatori in ambito scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico sono donne. Il 3% dei premi Nobel in Fisica, Chimica, Fisiologia o Medicina è stato assegnato a donne e la medaglia Fields, di Matematica, solo una volta è stata data a una donna». La scaletta è fitta, ma il programma è snello e pensato per le più piccole e i più piccoli, a partire dagli 8 anni in su, a cui si vogliono mostrare modelli femminili positivi nelle professioni tradizionalmente legate all’immaginario maschile.

Tra le invitate, la direttrice della Rivista Andersen e organizzatrice del Premio Andersen, la professoressa di Chimica dell’Università di Genova, Paola Rivaro, che parlerà in collegamento Skype dal Mare di Ross in Antardide, a bordo della nave Laura Bassi dove è impegnata, appunto, in una ricerca sui cambiamenti climatici, un campo dove ha raccolto i premi Felice Ippolito e Ambientalista dell’anno 2019. Ancora, la zoologa Marzia Bo, del dipartimento di Scienze della Terra, dell’ambiente e della Vita, e Chiara Bartolozzi dell’Iit di Genova, una delle menti femminili dietro al robottino umanoide iCub.

Modera il tavolo la giornalista de Il Secolo XIX Francesca Forleo che presenterà l’iniziativa delle Cento Esperte di Giulia Giornaliste e dell’Osservatorio di Pavia per fornire un elenco completo delle esperte donne, in modo che non si abbiano più scuse quando vengono formati i tavoli di soli uomini. Un rischio che non si corre oggi. Per celebrare le donne e le ragazze nella Scienza, il panel ha invitato solamente esperte e scienziate.

 

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