'Cara ministra, anch''io sono offesa. E non per la farfalla di Belen...' | Giulia
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'Cara ministra, anch''io sono offesa. E non per la farfalla di Belen...'

'Anch''io sono offesa ogni giorno, e da ben altro che gli stereotipi della tv: in questo Paese non c''è più neanche un ministero per le Pari Opportunità... [Luisa Betti]'

'Cara ministra, anch''io sono offesa. E non per la farfalla di Belen...'
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17 Febbraio 2012 - 12.50


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La ministra Elsa Fornero si sente offesa. Con un chiaro riferimento alla “farfalla” di Sanremo apparsa sulla coscia della valletta Belen Rodriguez, la ministra, durante un convegno, ha detto ieri: “Come donna qualche volta mi sono sentita offesa dai programmi televisivi. La cosa migliore è cambiare canale o spegnere del tutto la tv che è più salutare”.

Cara Ministra, anch’io mi sento offesa, ogni giorno, ogni ora, ogni momento della giornata in questa mia incredibile vita di italiana, e non solo per quel che riguarda la televisione e gli stereotipi che essa propone, che sono solo lo specchio del nostro paese, ma per la vita che questo paese fa fare alle donne.

Il suo governo non sta che ultimando un massacro già iniziato diverso tempo fa nei riguardi delle italiane, e come primo atto nel suo insediamneto ha cancellato un ministero chiave per noi, come quello delle Pari opportunità, dando a Lei, già ministra di un impegnativo e faticoso ministero come quello del lavoro, la delega a un ministero che è fermo e che ha già fatto pessime figure anche davanti alle Nazioni Unite.

Mi sento offesa perché di fronte ai dati Istat che proprio ieri dichiaravano che una italiana su due non lavora, la soluzione del suo ministero sono ulteriori tagli, ulteriori restrizioni di garanzie lavorative e ulteriori sacrifici che ricadono, prima di tutto, sulle donne. Italiane che in assenza di lavoro, e con ammortizzatori sociali ormai assottigliati, rischiano, come le greche, di doversi addossare a titolo completamente gratuito il lavoro dello Stato e di quei servizi, come la cura dei bambini, dei malati o degli anziani, che un paese che si procalma civile dovrebbe svolgere automaticamente.

E mi sento offesa perché il peggiorare della condizione sociale delle donne le rende ancora più riccattabili in famiglia, magari accanto a un marito violento (in Italia l’80% della violenza è domestica), le declassa a meri oggetti di divertimento e trastullo o anche a madri silenziose che accudiscono la prole, in un clima orrendamente patriarciale che ha bisogno di vedere le donne ridotte in questo stato per emarginarle più facilmente.

Mi sento poi profondamente offesa anche perché quella cultura patriarcale e violentemente maschilista ci ha “regalato”, dall’inizio del 2012 a oggi, già 21 donne uccise per motivi di genere (cioè in quanto donne e senza altro movente). Un numero che già nel 2011 era aumentato arrivando a 137 donne uccise da ex partner o mariti, rispetto alle 127 del 2010. Infine mi vergogno di vivere in un paese in cui non esista una legge articolata sulla violenza di genere che definisca tutte le forme di violenza che le donne subiscono, dando così ampio spazio a un’impunità diffusa che non fa che incoraggiare autori di violenze consapevoli di certi “privilegi”.

Mi sento offesa che Lei abbia speso parole per la valletta Belen senza dire nulla sulla morte di Stefania Noce uccisa dall’ex fidanzato né sull’efferatissimo atto di violenza che si è svolto vicino L’Aquila e che ha portato in ospedale una ragazza appena ventenne, stuprata fuori da una discoteca, con gravi lacerazioni interne ed esterne.

Cara Ministra, Lei è una donna, una rappresentante istituzionale preziosa per tutte noi che vorremmo essere orgogliose di avere tre donne forti e autorevoli in tre ministeri importanti (Elsa Fornero al ministero del Lavoro, Paola Severino al ministero della giustizia e Anna Maria Cancellieri al ministero degli interni, ndr), ma per togliere quella farfalla non basta chiudere la televisione, per togliere quella farfalla bisogna creare una cultura e una prassi che dia alle donne credito e autorevolezza nel lavoro, nella società, che tuteli il diritto alla salute delle donne, troppo spesso messa in discussione, e dia la possibilità di condurre una vita estranea alla violenza. E questo è anche in suo potere.

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